Corsivi

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Laura Paradiso rassegna le dimissioni dal CROAS Lazio.

Carissime Colleghe e Carissimi Colleghi,
ringrazio innanzitutto Tutte e Tutti voi per quanto ho da Voi ricevuto nel corso di questi faticosi, impegnativi ma anche bellissimi anni. Anni che hanno visto crescere la credibilità e l’autorevolezza dell’Ordine laziale degli assistenti sociali.
Questa nostra entusiasmante professione sa darci grandi soddisfazioni ma anche, a volte, grandi sofferenze per non riuscire a fare tutto quanto sarebbe necessario e giusto fare.
Il mio grazie a Voi Tutte e Tutti nel comunicarvi che – come forse già sapete - ho deciso di mettere a disposizione, nell’organo di governo nazionale degli assistenti sociali, l’esperienza accumulata in questi anni.
L’esito della recente consultazione elettorale parziale mi ha indicato quale neo consigliera nazionale. Un onore, una responsabilità, un impegno per combattere anche dal Cnoas le battaglie che Tutte e Tutti ci hanno visti protagonisti in questi anni. Per portare anche lì i problemi che abbiamo dovuto affrontare ma anche i risultati che Tutte e Tutti assieme abbiamo ottenuto.
Lascio, dunque, la Presidenza del Croas Lazio. Lascio un Ordine forte. Che ha saputo conquistare un suo spazio nel dibattito pubblico in tema di welfare, sapendo farsi ascoltare dalla politica, dalla pubblica amministrazione, dall’opinione pubblica, dal più vasto comparto socio-sanitario. Un Ordine che ha saputo camminare unito mostrando di essere in grado di superare anche quei problemi che sono fisiologici in una comunità professionale che sempre si mostra viva e pulsante.
Carissime Colleghe e Carissimi Colleghi, auguro a Tutte e a Tutti Voi di raggiungere i migliori successi e di tagliare i traguardi più prestigiosi. Auguro a me stessa di riuscire nel difficile compito che mi attende. Auguro alla nostra professione di essere sempre più vicina a quanti vedono lesi o negati i loro diritti.
Laura

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Giornata Mondiale della Terra, ridurne l’uso della plastica del 60% entro il 2040 si può

Il corsivo

 

Giornata Mondiale della Terra, ridurne l’uso della plastica del 60% entro il 2040 si può

 

di Laura Paradiso.

 

 

Roma, 22 aprile 2024. “Pianeta vs Plastica” è il tema della Giornata Mondiale della Terra 2024 in programma il prossimo 22 aprile. Rafforzato dallo slogan “60x40” indica l’obiettivo di una riduzione del 60% della produzione di plastica entro il 2040. Una Giornata che richiama l’attenzione dell’opinione pubblica di ciascun Paese affinché venga colta l’esigenza di una attenzione nuova verso la salvaguardia del Pianeta.

 

Noi Assistenti sociali siamo da sempre sensibili a questi temi in quanto convinti – anche dalle nostre esperienze quotidiane – che un ambiente degradato, deturpato e sfregiato dai rifiuti, avvelenato dalle sostanze tossiche e condannato ad una morte inesorabile, violi proprio uno dei diritti fondamentali di ogni uomo che è proprio quello del diritto ad un ambiente sano, bello e pulito.

 

Non è un caso – mi sento di aggiungere – se la Giornata mondiale del Servizio sociale di quest’anno, celebratasi in marzo, immagina, attraverso il modello Buen Vivir, un futuro comune per un cambiamento trasformativo affinché tutti gli aspetti della vita siano in armonia tra loro, con un benessere comune e non più solo individuale.

 

E’ perciò impensabile sottrarsi ad una assunzione completa di responsabilità sul tema proposto dalla Giornata della Terra. Ci viene chiesto di proteggere l’ambiente scegliendo un nuovo stile di vita sensibile alla protezione delle risorse, al corretto smaltimento dei rifiuti, al riciclo, alla riduzione degli sprechi. Non da ultimo limitando, o quantomeno razionalizzando, gli acquisti di oggetti in plastica.

 

Anche in occasione di questa Giornata gli Assistenti sociali fanno propri i principi che devono guidare cittadini e Istituzioni nazionali e sovranazionali nella difesa del bene comune Terra: un ambiente non umiliato e lacerato è il primo passo verso la possibilità di godere di giustizia, libertà, equità sociale e di tutti quei diritti che consentono ai gruppi, alle comunità e ai singoli di crescere e svilupparsi.


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Giornata internazionale per la consapevolezza sull’autismo.

Il corsivo

Autismo: superare il timore di conoscere l’altro
di Laura Paradiso

Roma, 2 aprile 2024. La Giornata internazionale indetta dalle Nazioni Unite per la consapevolezza sull’autismo è stata istituita per combattere l'ignoranza, il pregiudizio, il timore di conoscere l’altro, di confrontarsi con le diversità, di accettarle e di farle proprie e per impedire il crearsi di forme di discriminazione. Per diffondere la consapevolezza della realtà dell'autismo per quello che esso è e rappresenta.

La mancanza di conoscenza provoca prima ignoranza e poi discriminazione. Ciò non è accettabile: le persone affette da autismo devono essere messe in condizioni di esprimere le loro potenzialità, devono essere seguite e sostenute nei percorsi di crescita, di integrazione sociale, culturale, scolastici e formativi come ogni altro cittadino.

Ogni persona autistica è diversa dall’altra: ha la sua storia, la sua condizione, il suo percorso e ognuna deve essere aiutata a trovare il proprio ruolo nel consesso civile del Paese.
Decisivo è il ruolo della scuola per esaltare le competenze, le capacità, l’entusiasmo e la creatività di queste persone anche per rispettare il principio fondamentale del diritto ad una vita dignitosa accompagnato da quello allo studio e al lavoro.
Il Paese, nel suo complesso, deve fare molto di più sia da punto di vista istituzionale che da quello sociale. Non dobbiamo mai dimenticare che fino a pochi anni fa di autismo si parlava poco, con un senso di imbarazzo, se non addirittura di vergogna e le famiglie si sentivano sole.
Oggi non è più così: l’autismo non è più un tabù, grazie anche ai tanti che si sono battuti per uscire dal silenzio mettendo in moto un senso collettivo di consapevolezza inimmaginabile fino a poco tempo fa. Il Parlamento si è mosso e ha legiferato; le Istituzioni si stanno dimostrando sensibili; gli insegnanti hanno moltiplicato i loro sforzi, le associazioni di volontariato hanno colto e incanalato i fermenti positivi espressi dalla società.
Credo sia giusto oggi – come assistenti sociali –poter dire che tutto questo è stato possibile, anche grazie al nostro impegno nell’essere in prima linea nel sostenere le famiglie, nell’affrontare le difficoltà che, nella vita quotidiana, l’autismo porta con sé.


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Giornata della memoria

Il corsivo

 

Giornata della Memoria, “impegno collettivo di popoli e governi”

 

di Laura Paradiso

 

 

 

Il ricordo delle terribili sofferenze cui sono state costrette milioni di persone ci impone di trasmettere la memoria della Shoah riflettendo sulle sue origini e sulle sue devastanti conseguenze.

 

Il giorno della Memoria – celebrato il 27 gennaio, data in cui nel 1945, le truppe sovietiche entrarono, liberandolo, nel campo di concentramento di Auschwitz - non può limitarsi alla riflessione su quello che accadde nel cuore dell’Europa: la Shoah supera la dimensione del suo tempo per diventare ammonimento costante.

 

Quasi sei milioni di donne, uomini, bambini sono stati uccisi dal regime nazista per il solo fatto di essere ebrei. Solo la sua sconfitta ha impedito lo sterminio dell’intero popolo ebraico. Quello stesso regime che per una perversa concezione di superiorità razziale ha provocato più di cinquanta milioni di morti.

 

Serve ribadire – oggi come mai prima – che la Shoah riguarda tutti noi, non solo gli ebrei, vittime designate: in quegli anni terribili in cui dominavano violenza, odio e sopraffazione fu a rischio il principio stesso di umanità e il suo futuro.

 

In quegli anni milioni di donne, uomini, bambini, in massima parte ebrei, ma anche rom, sinti, omosessuali, dissidenti, testimoni di Geova, malati di mente, disabili, furono fatti morire di fame o sterminati nelle camere a gas, carbonizzati nei forni crematori o gettati nelle fosse comuni, strappando loro il diritto al nome e al ricordo.

 

In quegli anni le infami leggi razziali, in Germania come in Italia, negavano agli ebrei diritti, istruzione, lavoro, la proprietà, la casa, la cittadinanza in una indifferenza generalizzata, preludio della barbarie.

 

Nel nostro Paese la persecuzione dei cittadini italiani ebrei fu dura, spietata, feroce. Ed è terribile ricordare che la metà degli ebrei italiani deportati nei campi di sterminio, fu catturata e avviata alla deportazione dai fascisti italiani.

 

Ecco perché ora come allora tra il carnefice e la vittima non può esserci una memoria condivisa. Come non può esserci un perdono quale colpo di spugna sul passato.

 

La memoria delle vittime innocenti di quelle atrocità deve diventare patrimonio condiviso di tutto il nostro Paese: un patrimonio che va curato, onorato e preservato per essere trasmesso ai giovani perché mai più vengano riproposti quegli orrori.

 

Oggi è dunque il giorno – la Giornata – per confermare ancora una volta l’impegno di tutti contro il razzismo, l’odio, la guerra, contro il vecchio e nuovo antisemitismo, contro ogni negazionismo e revisionismo, ma anche contro quanti osteggiano – da questa come dall’altra parte del Mediterraneo - la possibilità di realizzare una pace attraverso la formula “due popoli, due Stati” superando, da un lato ogni discriminazione e, dall’altro, ogni mancato riconoscimento della dignità dell’altro.

 

Debellare il veleno della discriminazione, dell’odio, della sopraffazione, del razzismo deve essere un impegno collettivo di popoli e governi. Riuscirci interpella il destino stesso del genere umano


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Il corsivo di Laura Paradiso: Pace, bene fragile e prezioso.

Il corsivo.

 

Giornata Mondiale: Pace, bene fragile e prezioso

 

di Laura Paradiso

La 57a Giornata Mondiale della Pace – che si celebra l’1 gennaio 2024 su “Intelligenza artificiale e Pace” – ci richiama sui grandi rischi rappresentati dal diffondersi di meccanismi automatici che possano incasellare gli individui secondo schemi di credito sociale che nulla hanno a che fare con la complessa unicità di ogni persona.

Come già ora l’esperienza dimostra, questi processi di categorizzazioni sono forieri di conflitti di potere e del timore concreto che essi possano portare a conflitti tra gruppi e persone.

Va dunque guidata una intelligenza artificiale che se non controllata secondo valori condivisi rischia di intaccare – mettendolo in discussione attraverso l’identificazione delle persone con un insieme di dati - il concetto stesso di rispetto della dignità umana. Ciò con profonde ripercussioni e lacerazioni del tessuto sociale e civile di comunità e gruppi a causa della creazione di inaccettabili graduatorie tra i cittadini.

La Giornata Mondiale della Pace sollecita anche un’altra riflessione: non vi può essere Pace senza giustizia, né giustizia senza la comprensione e l’ascolto dell’altro così come senza l’intrecciarsi di relazioni che riconoscano nell’altro l’intento di realizzare uno sviluppo positivo di persone e popoli.

La Pace è un bene fragile e prezioso che va difeso, coltivato, alimentato. Senza di essa i popoli si mostrano incapaci di vivere, crescere, progredire. Senza di essa distruzione e violenza diventano tragici paradigmi di quotidianità non risparmiando donne, vecchi e bambini. L’orrore di una tragica quotidiana contabilità di morti, feriti e distruzioni non è lontano da noi: dall’Ucraina invasa dalla Russia al drammatico riesplodere del conflitto israelo-palestinese.

Come Assistenti sociali rinnoviamo il nostro impegno a vigilare affinchè anonimi strumenti tecnologici non possano frapporsi tra noi e le persone con cui interloquiamo; l’impegno è anche quello di segnalare anomale situazioni che travalichino il normale sviluppo tecnologico che anche nella nostra professione è giusto abbia il loro spazio.


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Giornata Internazionale dei Migranti. Servono convinte azioni di solidarietà e integrazione- Il Corsivo della Presidente

Giornata Internazionale dei Migranti.

Servono convinte azioni di solidarietà e integrazione

di Laura Paradiso

 

La Giornata Internazionale dei Migranti interpella la coscienza di tutti noi sul modo con cui deve essere affrontato il tema delle migrazioni.

Fenomeno, questo, non contingente ma ormai divenuto strutturale. Fenomeno che con sempre maggiore frequenza si accompagna – come anche recenti episodi lo testimoniano – a sofferenze, drammi e tragedie che si consumano sia nelle rotte balcaniche che nel Mediterraneo. Quest’ultimo, nell’anno in corso, ha visto morire – senza contare i naufragi fantasma – oltre 2.500 migranti.

Nell’anno che sta per finire, in Italia è giunta quasi la metà dei 355mila migranti entrati irregolarmente in Europa, numero mai così alto dal 2016. La rotta del Mediterraneo centrale, della Libia e della Tunisia, sono diventate le più trafficate. Siria, Afganistan, Guinea, Tunisia, i maggiori Paesi di provenienza.

A fronte di questi numeri assistiamo, da un lato, nella legge di bilancio 2024 ad un drastico taglio delle risorse destinate, alla gestione dell’accoglienza e, dall’altro, a un’iniziativa – figlia di un accordo con l’Albania - che sta collassando prima ancora di essere avviata.

Questo è lo scenario che ci troviamo di fronte e con cui – come Assistenti sociali - dobbiamo fare i conti e che ci richiama alla necessità di comprendere innanzitutto le sofferenze umane che sono alla base delle decisioni di lasciare le proprie terre e i propri affetti per intraprendere la via della migrazione.

Momenti sempre dolorosi cui non bastano gli impegni delle Istituzioni nazionali e comunitarie per rimuovere le cause che sono alla base dei flussi migratori. Serve mettere in campo – singole e collettive – convinte azioni di solidarietà e integrazione.

L’Altro e il Diverso fanno spesso paura generando ansia e inquietudine. Sta anche a noi – facendo leva sui valori di solidarietà e integrazione che ci sono propri – compiere ogni sforzo affinchè possano essere compiuti i necessari passi perché ogni migrante sia messo in condizione di adattarsi al nuovo contesto cui è approdato e che, molto spesso, è assai diverso da quello di origine.

Un’ultima amara considerazione. Nemmeno verso i minorenni non accompagnati si riesce ad avere uno sguardo positivo. Lascio a voi la lettura di questa notizia: https://www.ilpost.it/2023/12/13/governo-minori-non-accompagnati-equiparati-a-maggiorenni/


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Le periferie (delle Città metropolitane) non sono posti per ragazzi bambini e adolescenti.

Le periferie (delle Città metropolitane) non sono posti per ragazzi bambini e adolescenti.
di Laura Paradiso.
C’è da rimanere agghiacciati dalle conclusioni del rapporto sulle vite condotte da bambini e adolescenti italiani nelle periferie delle nostre quattordici Città metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma. Torino e Venezia) e rese note da Save the Children.
Essi – rispetto al complesso dei 10,5 milioni di bambini e adolescenti tra 0 e 19 anni - si trovano di fronte “ad una evidente disparità nell'accesso agli spazi abitativi, scolastici e pubblici adeguati alla crescita e al loro benessere educativo, fisico e socio-emozionale”.
Questa situazione produce ovviamente “disuguaglianze profonde, che possono fare la differenza in positivo o in negativo nel futuro di bambini e ragazzi che crescono in regioni diverse, ma anche in quartieri diversi di una stessa grande città.”
“Le condizioni abitative inadeguate – ricorda ancora Save the Children - riguardano un numero significativo di minorenni in tutto il Paese, dove 2 su 5 vivono in un'abitazione sovraffollata e tra le famiglie con almeno un figlio minorenne c’è chi vive in case danneggiate (9,2%), con umidità (13,7%) o scarsa illuminazione (5,4%).
Terribile il dato che indica esserci quasi 13 mila minorenni senza casa o fissa dimora e che 2 su 3 di essi si concentrano nelle Città metropolitane, dove si registra anche il 45% di tutti i provvedimenti di sfratto.
Basterebbero solo questi pochi dati a richiamare la coscienza di tutti noi alla necessità di una profonda riflessione sulla condizione delle persone di minore età cui evidentemente non si presta ancora la necessaria attenzione.
E ancora. Il tema della scuole – decisivo per bambini e adolescenti – vede profonde criticità nelle Città metropolitane dove la percentuale di edifici scolastici senza certificato di agibilità raggiunge il 70% (62,8% la media in Italia), ma dove anche la presenza di uno spazio collettivo, mensa, palestra, aule tecniche o informatiche risulta inferiore alla media del Paese, già segnata da pesanti carenze: manca una palestra in 3 scuole su 5, uno spazio sociale comune in più di una su tre, e le aule tecniche e informatiche sono un sogno per almeno la metà degli studenti minorenni di
ogni ordine e grado”.
Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro se non certificare quanta strada debba ancora essere compiuta dal nostro Paese per riportare al centro dell’agenda politica proprio il tema dei ragazzi bambini e degli adolescenti.
Gli assistenti sociali ancora una volta richiamano le Istituzioni – di ogni ambito territoriale e ad ogni livello di responsabilità – ad un rafforzato impegno. Bene porre l’attenzione sull’inverno demografico ed adottare provvedimenti per contrastarlo ma il fatto che tra le nostre strade si aggirino 13mila minorenni senza tetto deve far vergognare tutti noi.

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Grazie Presidente Gazzi!

Caro Gianmario,

desidero inviarti, a nome di tutta la comunità professionale delle e degli assistenti sociali del Lazio, il nostro più vivo ringraziamento per tutte le energie che hai dedicato a far crescere e consolidare la figura dell’assistente sociale, con capacità e competenza, in questi anni di emergenza e di profondi cambiamenti.
Grazie ai tuoi sforzi, alla tua lungimiranza, alla tua competenza e alla tua visione nuova di una società più giusta fondata innanzitutto sul riconoscimento dei diritti di tutti e di ciascuno, la nostra professione è oggi soggetto autorevole, credibile e riconosciuto.
Caro Gianmario, noi tutti ti auguriamo di raggiungere, nelle nuove sfide che ti attendono, i migliori successi.
Laura.