Una città che “si prende cura dei bisogni e delle fragilità” come promette il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, deve riconoscere “le/gli assistenti sociali”, come recita la locandina che ha annunciato l’evento dello scorso 6 giugno al Teatro Argentina dove l’amministrazione capitolina ha incontrato una vasta platea di AssistentiSociali di Roma Capitale.

Obiettivo del convegno era presentare la proposta di deliberazione di iniziativa consiliare sul regolamento del coordinamento tecnico-professionale assistenti sociali della città, regolamento, che dovrà essere approvato dall’Assemblea capitolina e che mira a definire in modo chiaro e strutturato funzioni, compiti e modalità operative contribuendo così a rafforzare l’efficacia dell’azione sociale.

Al sindaco Roberto Gualtieri, all’assessora alle Politiche sociali, Barbara Funari, e alla presidente della commissione Politiche sociali e della salute, Nella Converti, la presidente dell’ Ordine degli Assistenti Sociali del Lazio, Elena Addessi, ha ricordato l’importanza del coordinamento di una rete istituzionale e professionale che si prende cura delle persone, della comunità. “Riconoscere e riconoscerci come tassello fondamentale – ha detto – organizzare un evento con questo titolo, chiamarci così numerose/numerosi in un luogo importante di questa città, è un fatto che ci riempie d’orgoglio e ci carica ancora di più di responsabilità”.

Gli interventi di docenti-assistenti sociali (Marco Accorinti, Nunzia Bartolomei, Andrea Bilotti, Cristina Tilli) e della consigliera nazionale, Laura Paradiso, si sono soffermati sul ruolo e l’importanza del servizio sociale e della Supervisione: “Ogni giorno traduciamo in azione i principi fondamentali della Costituzione – ha detto la consigliera Cnoas – Il diritto all’uguaglianza, alla salute, la tutela della famiglia, dell’infanzia, delle persone fragili, contro ogni esclusione, violenza e marginalità.

Compito della Supervisione – ha aggiunto – è dare alle persone che si rivolgono ai servizi i migliori interventi e professionisti accompagnando assistenti sociali ed altri professionisti nell’elaborazione teorica, nel collegamento teoria-prassi, nella rielaborazione dell’esperienza professionale, nella capacità di lavorare in gruppo, nella valorizzazione delle competenze relazionali e dell’identità professionale. La supervisione – ha concluso – si configura, sul piano organizzativo-istituzionale, come un dispositivo che può contribuire a far emergere elementi utili alla riflessione collettiva e al miglioramento dei processi decisionali; sul piano tecnico-metodologico, rappresenta uno spazio di confronto e di analisi critica dell’agire professionale, anche in relazione al contesto organizzativo di appartenenza”.

Roma Capitale ribadisce l’obiettivo di un assistente sociale ogni 4000 abitanti: (707 a fine 2024, quota 771 nel 2025-27) e la valorizzazione della professione: “perché ci possa aiutare a capire meglio quali sono i bisogni e come si riesce, dentro le tipologie di assistenza che noi realizziamo, ad andare a intercettare le specificità delle persone più fragili. Tutto il mio supporto dunque a questa iniziativa” – conclude il sindaco. “Noi ci siamo”, conclude il Cnoas.

Ultima modifica il 10 Giugno 2025